martedì 15 novembre 2011

Una settimana in paradiso

Si… avete capito bene!
Nel Paradiso del Carpfishing! O almeno uno dei paradisi che abbiamo in Italia dove si ritrovano molti appassionati della nostra disciplina, il meraviglioso lago di Endine!

Il periodo doveva essere abbastanza propizio alla ricerca della nostre amiche baffute e cosi io e il mio abituale socio di lunghe sessioni decidiamo di prenotare due delle tre poste alla casa del pescatore per tutta la seconda settimana di Aprile.

Tutto questo avveniva a novembre dell’anno prima, e per i successivi mesi nonostante abbia continuato a pescare in acque nostrane, la mia mente vagava sulla mia prima vera lunga sessione!

Che esche avrei usato, che terminali, che approccio, come sarebbe stato calare con la barca a lunga distanza (che non si può…) come sarebbe stato lo studio del fondale, degli scalini ,elle legnaie presenti in buon numero e non ultimo come sarebbe stato abbracciare ed essere immortalati con una delle carpe che vivono in quelle acque cristalline e difficili!

La preparazione:
Per le esche ci affidammo a un classico del lago, un mix ready aromatizzato alla fragola con aggiunta di glm, mix non esagerato ma che negli anni aveva continuato a pagare con continue catture, e svariati kg di alte palline self che tenevo in congelatore per essere testate in quell’ambiente.
L’attrezzatura non ha subito particolari modifiche a parte la treccia che montai nelle seconde bobine dei miei mulinelli.
Non vi dico l’eccitazione nel preparare ogni dettaglio accuratamente, nel rollare i 25 kg di mix.. da solo… sia per me che per il mio socio iperimpegnato col lavoro!






La partenza:
Arrivai al giorno della partenza con migliaia di foglietti con annotato tutto il necessario, migliaia di pensieri, migliaia di idee vaganti per la testa, una confusione e un’euforia come non mai.
Ci troviamo con il mio socio sotto casa mia per distribuire il tutto bene nelle due macchine, e si parte.
Un saluto e un bacio alla moglie che sperava non partissi, ma il finesettimana arriverà presto e questa santa donna mi raggiungerà al lago per gli ultimi tre giorni.
In men che non si dica siamo partiti!
Io e Gianluca ci scambiamo qualche messaggio e qualche telefonata lungo il viaggio, che nonostante sia di sole circa 3 ore sembra non finire mai.
Nemmeno una pausa fino a che non intravediamo le acque blu e azzurre dell’EDEN del carpfishing!
Siamo ARRIVATI!


Finalmente si pesca:
Non sono ancora sicuro di essere in un bel sogno o di fronte alla realtà che affronterò quello che ho considerato una metà per diversi anni e il bello è che ci starò addirittura una settimana!
Allora, appena arrivati sul posto contattiamo altre due coppie di nostri amici pescatori romagnoli che erano sulle rive di Endine già da un paio di notti.
Le visite si succedono rapidamente e per ora le notizie non sono delle migliori, in quanto tutto il lago è a cappotto da circa una settimana, compresi i nostri compagni di avventura che ci hanno preceduto.
Comunque lo spirito è dei migliori e l’unica cosa a cui penso ora è calare le lenze in quell’acqua cosi cristallina e unica.
Arriviamo alla casa del pescatore, dove troviamo il proprietario e altri due tende proprio nelle nostre poste prenotate,iniziamo bene penso io e cosi ci adattiamo un po’ con gli spazi in quanto una coppia di ragazzi di Treviso avrebbe smontato l’indomani mattina, e noi avremmo potuto comunque pescare abbastanza liberamente, con la compagnia di un singolare ragazzo di Bergamo, con cui abbiamo stretto amicizia e bellissime serate tra bevute e grigliate.


Se il buon giorno si vede dal mattino…

Con la prima sera arriva subito la prima bella sorpresa, infatti visto l’affollamento delle nostre poste decido di mettere il pod un po’ lontano e visto che l’indomani avrei dovuto smontarlo non penso di ancorarlo saldamente al terreno, detto fatto, dopo circa un paio d’ore che giravamo con la nostra magnifica imbarcazione, un pedalò, però con il mio motore elettrico montato, troviamo alcuni spot dove poter calar le canne e subito ci diamo da fare, anche perché nel giro di un’oretta sarebbe arrivata la notte e montare il campo col buio non è proprio il massimo.
Ma quella che finora si era dimostrata una bella e calda giornata primaverile si tramuta in un pazzesco tramonto di vento e nuvoloni che scaricano acqua, tuoni, fulmini e quant’altro su di noi e trovando un riparo di fortuna vedo il vento spazzare il mio pod con relative canne in acqua, e cosi inauguro il primo bagno di Endine cercando di recuperare il tutto in circa un mt di acqua, rimango senza parole, e appena recupero il tutto, smette il finimondo e tornano le stelle.
Decido allora di farmi una doccia per riprendermi un po’, cenare e poi con calma dopo cena mi sarei rimesso all’opera per calare, operazione che ho terminato stremato a notte inoltrata, col pensiero fisso di buttarmi nel caldo del sacco a pelo.


 Il sole!

Vedo filtrare la luce nella mia tenda, è freddo fuori ma dentro al sacco a pelo ,bello pesante, si sta che è una favola, allora decido di starmene un altro po’ li nel mio tepore.
La giornata parte con una sole magnifico che fa capolino dalle cime vicine e una temperatura che piano piano diventa veramente gradevole.
Ecco questo è l’Endine che mi ricordavo dai miei sogni e dai migliaia di articoli e report letti in qua e in la per la rete e in giornali specializzati.
Ora è arrivato il momento di godersi il lago!
Infatti i primi giorni non facciamo altro che goderci nel vero senso della parola il lago: giri in barca scandagliando qualsiasi anfratto sia alla nostra portata, ragionamenti su come migliorare le nostre presentazioni, sulla pasturazione più propizia per spaccare le canne, come si dice in gergo!
E poi ,non da tralasciare, è sicuramente stata la pescata dove ci siamo più impegnati anche dal punto di vista culinario! Tra grigliate, spese nei negozietti locali con affettati e formaggi tipici, ottimo vino e birra!
Ma il tempo passava, forse troppo, infatti tra calate, pasturate, controlli visivi e quant’altro, l’arrivo delle nostre amiche baffute tardava ad arrivare, gli unici bip che si sentivano erano grosse, grossissime scardole, e poi le info che ci arrivavamo dalle altre coppie del lago erano tutte le stesse: il lago è fermo!
Ebbene si eravamo tutti a cappotto e io avevo anche una spiegazione abbastanza logica all’evento, in quanto l’acqua al nostro arrivo era a una temperatura ci circa 13°C, e ogni giorno della nostra permanenze si alza di quasi un grado, il sole e il caldo anomalo di quel periodo stavano scaldando troppo l’acqua, e le nostre bramate amiche pinnute si sono illuse che fosse il momento di iniziare la frega spostandosi nelle due aree estreme a nord e a sud del lago con acqua bassa.
Io immaginavo quante ne stessero cavando le due coppie che erano a nord, e invece anche i loro sensori erano muti, niente di niente, tutti eravamo a CAPPOTTO!
Non sapete quanto io abbia desiderato una bella perturbazione con giornate intere di pioggia da sfinirsi in tenda leggendo tutti i giornali possibili o scaricando le batterie del mio iphone, e invece caldo, ogni giorno era più caldo e le carpe erano sempre più isolate nelle estreme aree del lago!

L’unico che si divertiva era il nostro vicino Bergamasco, che passava giornate a spinning, pesca col vivo e quant’altro, prendendo lucci fantastici, persici reali, blackbass, lucioperca e siluri.
Almeno i suoi sensori sicuramente suonavano e qualche volta la notte mi illudevo fossero i miei, ma la centralina era li bella tranquilla che se la dormiva, va be!

Arriva il quinto giorno e mi raggiunge mia moglie ,che dopo il lungo viaggio si trova di fronte allo spettacolo che è Endine e riesce a fare innamorare anche chi non ha idea di cosa sia un hair rig!
E così tra chiacchiere, idee tentate e non, grigliate e quant’altro, trascorrono anche le ultime 24 ore di pesca in questo meraviglioso luogo, purtroppo senza vedere nemmeno un adorato ciprinide di qualsiasi dimensione!

E infine? Be non posso fare altro che innamorarmi ancora di più di questo amante difficile e avaro ma che ha saputo regalarmi momenti fantastici di pura natura, paesaggi, albe e tramonti unici che ho immortalato in tantissime foto ma che non riescono nemmeno lontanamente a raffigurare l’immensità provata in quei frangenti.
Che dire? Se non alla prossima mio caro amato Endine?!

C’est la vie… c’est la peche!!

Mattia Montanari





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