giovedì 1 dicembre 2011

Il mio mezzo da pesca!


Dedico un breve post anche al mezzo con cui vado a pescare e che io definisco la mia MINI CARPFISHING CAR, la mia mitica Panda 4x4 che da quando l’ho acquistata mi ha permesso di andare in un sacco di  posti per ora off limit con la mia precedente auto o spot dove il carrello e le sfacchinate erano all’ordine del giorno!

Dopo anni dove molte sessioni erano rally rischiosissimi con la mia station trazione posteriore bassissima, che fortunatamente mi ha cavato da stradelli infangatissimi o stradine simili a sentieri, finalmente posso tirare un sospiro di sollievo, anche se il nuovo mezzo non è un fuoristrada a tutti gli effetti, in molte occasioni ,si è divincolata in maniera più che discreta!

Inoltre essendo un autocarro Van e quindi non avendo i due posti posteriori,  ha un vano di carico esagerato e di roba ce ne sta a non finire,sicuramente tutto il necessario per passare qualche giorno in pesca!

In primavera spero di effettuare un ulteriore miglioramento installando un portapacchi adatto cosi da poter trasportare un piccolo natante che in alcune sessioni è indispensabile, per ora mi accontento del mio tenderino!

A presto

Mattia Montanari

martedì 22 novembre 2011

La mia stagione preferita? Parte II°

Come abbiamo visto nell’articolo iniziale in Inverno è indispensabile considerare i fattori climatici e le esche.
Oggi parleremo di attrezzatura e luoghi più o meno adatti alla pesca invernale.

L’attrezzatura:

Con l’inverno, specialmente quando affrontiamo sessione di diverse ore, e dove intendiamo affrontare i nostri spot anche di notte non dobbiamo sottovalutare che stare fermi al freddo o dentro a una tenda con fuori temperature spesso sotto allo zero può diventare piuttosto sgradevole!

Per cui curiamo molto l’abbigliamento, vestendoci a cipolla con intimo tecnico, teniamo sempre al caldo testa e piedi, perché mal di testa terrificanti e geloni ai piedi possono rovinare qualsiasi pescata invernale, quindi calzini termici, scarponi tecnici adatti all’uso invernale, tipo quelli usati dai cacciatori, cuffie o passamontagna possibilmente sempre.

Per quanto riguarda la tenda utilizzate modelli validi e a doppio telo, magari se pensate di affrontare periodi in pesca molto freddi montate anche un sovra telo esterno che vi garantirà un buona temperatura all’interno della tenda.

Possibilmente sotto alla tenda mettete una bella cerata spessa oltre a quella già in dotazione alla tenda, per diminuire l’umidità e il freddo che salgono dal terreno, inoltre io di solito metto sotto al lettino tutto quello che non mi serve, come la custodia delle canne, della tenda, e quant’altro in modo da schermare ulteriormente il salire del freddo dal sottofondo.

Importantissimo è l’utilizzo di un buon sacco a pelo che sicuramente è l’arma migliore per combattere il freddo e il gelo invernale, so che la spesa per acquistarne uno può essere notevole ma la qualità in questi prodotti conta e non ve ne pentirete.

Infine una breve nota sulle stufe da tenda, io uso raramente una parabola a gas, ma solo per scaldare la tenda in frangenti veramente duri, e non dormo MAI con quella accessa, perché vuoi o non vuoi può sempre succedere qualcosa ed è meglio evitare, poi ci sono anche le stufette catalitiche, che io non ho e non ho nemmeno mai provato quindi non do consigli particolari, a parte uno, che se dormite con la stufetta in tenda, e avete 15 °C e quando uscite per una partenza in piena notte o all’alba con -5°C, state sicuri che ve ne accorgete!
Mi sento di consigliare di puntare su un buon abbigliamento tecnico ed evitare di scaldare troppo l’ambiente tenda!

Spot Invernali:

Come abbiamo detto nella I°parte la soglia sotto cui le carpe rimango praticamente bloccate è sotto i 4°C, ma c’è un fattore che non ho ancora citato e che le fa muovere anche in questi frangenti, ovvero la corrente!
Nei periodi più freddi dell’anno mi capita di spostare la mia attività di pesca in canali o fiumi dove la corrente naturale o dovuta a idrovore che pompano l’acqua, tiene in movimento le nostre amate baffute, anche con temperature davvero basse, e quindi capita che a gennaio e febbraio si riescono a fare diversi pesci per notte proprio grazie a questo.

Un altro fattore, magari più raro da trovare, sono tratti di canali in cemento, si avete capito bene, spesso i canali ,che troviamo nelle nostre zone, quando attraversano centri abitati vengono convogliati in manufatti di cemento, che in seguito al soleggiamento giornaliero, di notte, il cemento scambia calore e la temperatura dell’acqua risulta essere superiore, per cui i pesci, specialmente nelle ore notturne, si dimostrano estremamente attivi anche con temperature esterne bassissime!

Tornando invece alle cave e laghi che magari frequentiamo durante il resto dell’anno, li starà a noi capire i cambiamenti climatici favorevoli e gli spot giusti per tentare di insidiare le nostre prede, ma sconsiglio di tentare in acque ferme con periodi dove la temperatura dell’acque rimane a lungo sotto i 4°C senza nessun cambiamento climatico in quanto le probabilità di cattura sono drasticamente basse, questo vale solo per le pescate senza pasturazione preventiva, anche perché tenete presente che le carpe in acque ferme ,finché gli verrà dato del cibo, rimarranno in attività, mentre quando si sospende l’immissione di cibo le carpe si bloccheranno e nemmeno una ripresa della pasturazione sarà sufficiente a sbloccarle.

Come abbiamo visto in questi due articoletti la pesca invernale può essere affrontata con buoni e ottimi risultati in termini di taglia, dovremmo mettere in conto qualche cappotto in più ma ne varrà la pena!

A presto

Mattia Montanari






venerdì 18 novembre 2011

La mia stagione preferita? Parte I°


L’INVERNO!!!
So che molti non gradiscono l’inverno per la nostra pesca, vuoi per i disagi che comporta un meteo spesso avverso, temperature basse o bassissime, attività dei pesci in molti momenti quasi a zero, quindi in sintesi un periodo che si potrebbe definire veramente “sfigato” per noi carpisti, ma io non la penso cosi, o almeno non sempre, in quanto è in inverno che si riesce a fare maggiore selezione della taglia!

Fattori da tener presente d’inverno:

Uno dei primi aspetti positivi della stagione fredda sicuramente riguarda tutto ciò che ci è di disturbo nell’azione di pesca.
Con l’abbassarsi delle temperature l’attività di pesce bianco, tartarughe, pesce gatti e company rallenta sensibilmente fino a quasi fermarsi completamente con i rigidi freddi di gennaio e febbraio, questo ci permette di essere in pesca perfettamente solo in questa stagione negli ambienti ricchi di fattori di disturbo, a differenza del resto dell’anno.
Come il pesce di disturbo, anche la popolazione di carpe più piccole col freddo intenso calerà molto la loro attività, e saranno proprio queste carpette ad essere le prime a bloccarsi con l’abbassamento di temperatura, mentre gli esemplari di taglia continueranno ancora per un po di tempo a cercare cibo tranquillamente senza essere disturbate dai branchi di piccole ormai in stadio letargico, per questo sarà più semplice intercettare gli esemplari di taglia.

Dopo sta a noi identificare le condizioni meteo ideali per poter insidiare le nostre amiche baffute in un determinato spot.

Un buon riferimento per la pesca invernale è la rilevazione della temperatura dell’acqua, che ci sarà di aiuto nella ricerca di spot dove anche in pieno inverno l’acqua non raggiunge mai la soglia dei 4°C, soglia sotto la quale spesso diventa davvero dura catturare, ma non impossibile.

Tutti i riferimenti che do sono relativi al tipo di pescate che faccio praticamente tutto l’anno, ovvero pescate veloci, senza pasturazione preventiva, da un minimo di 5/6 ore a 24 ore, e quindi alla mia esperienza in pesca.

Chiaramente la possibilità di pasturare uno spot ci da la possibilità di avere catture regolarmente per quasi tutto l’arco invernale.

Un altro aspetto molto importante è saper cogliere i cambiamenti climatici nel periodo invernale, infatti abbassamenti della pressione atmosferica, accompagnati da precipitazioni saranno di ottimo aiuto a sbloccare l’attività dei pesci, mentre periodi di freddo intenso, con alta pressione e magari venti provenienti da Nord – Est non faranno altro che peggiorare lo stato dei nostri specchi d’acqua.


Cosa attacchiamo all’Hair Rig??

Da non trascurare d’inverno sarà l’esca che proponiamo alle nostre amiche, e chiaramente la presentazione, infatti dovremmo partire dal presupposto che le carpe col freddo, visto il loro metabolismo a sangue freddo , faranno i minimi spostamenti possibili per la ricerca del cibo, di conseguenza sarà indispensabile identificare i punti dove possiamo trovare le carpe, cosi da proporgli la nostra presentazione proprio sotto il naso.

Per questo dovremmo tener presente le aree di alimentazioni già identificate durante gli altri periodi dell’anno, oppure con l’uso dell’eco o del plumbing identificare buche dove i pesci stazioneranno con i freddi più rigidi, oppure dei plateau dove ,una giornata di sole, scalderà maggiormente l’acqua che altrove, o ancora si potranno cercare le carpe nei pressi di ostacoli in acqua come alberi sommersi, che garantiscono presenza di cibo e maggior accumulo di calore con le giornate soleggiate.
Le prime ore dopo il tramonto saranno sicuramente le più interessanti, nei pressi di zone dove il soleggiamento giornaliero ha permesso agli strati d’acqua superficiali di scaldarsi, e quindi lo scambio termico che avviene nelle prime ore notturne favorisce il movimento dei pesci  alla ricerca di zone dove una piccola differenza di temperatura garantisce la presenza di molluschi e altri invertebrati, cibo delle nostre amate prede.

Tornando al discorso esche, è indispensabile utilizzare palline digeribili e semplici, non voglio dire che i birdfood sono meglio dei fishmeal o dei birdfish, io personalmente d’inverno per ora ho testato con buoni risultati un birdfish speziato con dentro predigeriti e idrolizzati, ma sto continuando a testare sia i birdfood che i fishmeal, la cosa più importante che voglio ripetere è la digeribilità dell’esca, e sicuramente la quantità di pastura in acqua, che potrebbe rischiare di saziare il pesce con un paio di palline e il nostro innesco potrebbe essere vano.

Quindi d’inverno stiamo molto bassi con la pasturazione, via all’utilizzo di retine, sacchetti e stringer di pva, chiaramente di ottima qualità per non incorrere a un mal scioglimento dello stesso, dove all’interno andremo a mettere qualche pallina rotta e un po’ di pellet.

Per quanto riguarda il pellet voglio spendere due parole per soffermarmi su queste esche che considero molto utili d’inverno, personalmente utilizzo diametri molto piccoli non oltre i 6mm, in quanto lo scioglimento si riduce con l’abbassarsi della temperatura, e quindi l’effetto di una nube olfattiva senza saziare le carpe si otterrà solo con diametri piccoli, inoltre molti dei pellet in commercio hanno altissime percentuali di oli e grassi, che con le temperature rigide non faranno altro che addensarsi ed essere meno adescanti, quindi consiglio tutti di reperire quelli utilizzati in acquacoltura per l’allevamento dei pesci, che sono appetibili, abbastanza solubili e bilanciati nei nutrienti, e fattore molto interessante, in grandi formati sono abbastanza economici.

Per finire il discorso esche, nelle nostre palline utilizzeremo aromi e attrattori in dose leggermente superiore agli altri periodi dell’anno per aiutare le carpe ad identificare le nostre palline, chiaramente senza esagerare.
Chiedo scusa se non tratto il discorso ready made in quanto la mia esperienza con le ready è veramente pessima, e finisce in un paio di pescate all’inizio della mia vita da carpista, per cui tutti i riferimenti che faccio sono relativi alle esche self.

Alla prossima con l’attrezzatura, i luoghi più adatti e la conclusione!

Mattia Montanari

mercoledì 16 novembre 2011

Catture 2011


















Questo è un album ancora da finire di questo 2011 che sicuramente mi ha visto molto impegnato tra lavoro e famiglia e quindi la pesca un po è stata messa da parte, ma nemmeno troppo, per ora gli unici kg che ho aumentato sono i miei e non dei miei pb!!!

Mattia Montanari

martedì 15 novembre 2011

Catture 2009




















Queste sono alcune delle catture più significative del 2009, sicuramente l'anno che mi ha visto di più sulle sponde delle acque libere nostrane, con circa 50 notti, e tanti bei pesci, tra cui l'amur qui sopra che mi è venuto a trovare una notte di inizio aprile in un noto canale Ferrarese!


Mattia Montanari

Allora.... PRESENTIAMOCI!

Mi chiamo Mattia Montanari.

Nasco a Forlì nel 1985.

La mia esperienza da minipescatore parte a tre anni quando mio padre in un attacco nostalgico della sua infanzia, durante una vacanza all'Isola d'Elba, decide di acquistare un canna che ancora possiedo della SILSTAR con la quale pescai il mio primo pesce! un meraviglioso e raro Scorfano!

Dopo di che parte la mia passione per le canne da pesca in generale, parto con la pesca nei laghetti a trote, lo spinning, l'inglese fino ad arrivare ai primi  anni di superiori, dove con un caro compagno di scuola e pescate iniziamo ad insidiare il mitologico pesce siluro, pesca che mi ha portato a frequentare assiduamente un po tutti gli habitat dove vivono le nostre amiche baffute, tra ferrarese, ravennate e romagna in generale.

Per un motivi o per l'altro smisi di cacciare i giganti pescegattoni (sempre rilasciati!!!) e iniziai a tentare qualche pescata con le prime palline ready made con risultati a dir poco pessimi, cosi preso dalla pazzia più totale mi fabbricai le prime palline self subito con l'auito del web, e a luglio di sette anni fa presi la mia carpa con l'hair rig e di li fu un crescere di psicosi generale fino ad arrivare a oggi!

Questo sono io!

Mattia Montanari

Dire INATTESA è dir poco!

Un normale pomeriggio rubato al lavoro e trascorso sulle rive di una piccola cava libera nostrana.
E' un fine settembre caldo, forse troppo, il sole è alto ancora e le zanazare si fanno già sentire, si suda, e cosa ancora peggiore le tartarughe presenti in gran numero, assieme allo sciame di pesci di disturbo non permettono di stare in pesca.
L'approccio era lo stesso usato le pescate precedenti, con la stessa pallina speziata innescata bilanciata su hair rig posti a diverse profondità, una in una buca a 70 mt da riva, una sue 3 mt vicino a una punta di un canneto e una di fronte a una sporgenza di un'altro canneto in acqua molto bassa, circa 1 mt.
Il problema era che dopo 15-20 minuti le palline del 16 venivano completamente mangiate dalle nostre "amate" tartarughette....
Tutte le partenze iniziali si tramutarono in pesci di disturbo o tartarughe che muovevano il piombo.
Poi un'altra partenza nella canna a 1 mt di profondità di fronte alla punta del canneto, il combattimento è strano, è un pesce piccolo, da delle testate, scatta, sfuria, e la diagnosi mi fa pensare a un pescegatto panciuto o una breme molto cresciuta, ma quando la lenza inizia ad arrivare sottoriva intravedo qualcosa di strano, molto strano, che mi fa ricredere sui miei pensieri iniziali!



Nel guadino entra lei, una magnifica piccola KOI , con base di carpa specchi, parlando con ragazzi assidui frequentatori della zona, mi dicono che questo pesce non si era mai fatto vedere prima!

PURO SPETTACOLO!

Mattia Montanari

Dedicato a TE

Apro questo breve post per ringraziare Lei! La donna che mi permette di coltivare la mia passione per il carpfishing! Che mi sostiene quando diventa dura! Che mi sopporta quando mi faccio milioni di seghe mentali su questi amati pescioni! Che quando le condizioni lo permettono condivide con me queste sensazioni fantastiche! Che rende possibile ogni cosa!
UN GRAZIE DAL PIU' PROFONDO!

Vorrei anche dire a tutti i ragazzi che iniziano a pescare o che stanno già pescando di provare a passare qualche bella giornata in compagnia delle proprie mogli o ragazze, chiaramente se il meteo lo permette e lo spot scelto non è il più sperduto, infrascato e infestato del mondo!! Se no auguri la prossima volta che glielo proponete!!

Mattia Montanari



Catture 2010


  






Queste sono alcune delle catture che hanno caratterizzato il 2010!
Un anno che mi ha regalato un nuovo pb di 21.3 kg!
UN SOGNO REALIZZATO!


Una settimana in paradiso

Si… avete capito bene!
Nel Paradiso del Carpfishing! O almeno uno dei paradisi che abbiamo in Italia dove si ritrovano molti appassionati della nostra disciplina, il meraviglioso lago di Endine!

Il periodo doveva essere abbastanza propizio alla ricerca della nostre amiche baffute e cosi io e il mio abituale socio di lunghe sessioni decidiamo di prenotare due delle tre poste alla casa del pescatore per tutta la seconda settimana di Aprile.

Tutto questo avveniva a novembre dell’anno prima, e per i successivi mesi nonostante abbia continuato a pescare in acque nostrane, la mia mente vagava sulla mia prima vera lunga sessione!

Che esche avrei usato, che terminali, che approccio, come sarebbe stato calare con la barca a lunga distanza (che non si può…) come sarebbe stato lo studio del fondale, degli scalini ,elle legnaie presenti in buon numero e non ultimo come sarebbe stato abbracciare ed essere immortalati con una delle carpe che vivono in quelle acque cristalline e difficili!

La preparazione:
Per le esche ci affidammo a un classico del lago, un mix ready aromatizzato alla fragola con aggiunta di glm, mix non esagerato ma che negli anni aveva continuato a pagare con continue catture, e svariati kg di alte palline self che tenevo in congelatore per essere testate in quell’ambiente.
L’attrezzatura non ha subito particolari modifiche a parte la treccia che montai nelle seconde bobine dei miei mulinelli.
Non vi dico l’eccitazione nel preparare ogni dettaglio accuratamente, nel rollare i 25 kg di mix.. da solo… sia per me che per il mio socio iperimpegnato col lavoro!






La partenza:
Arrivai al giorno della partenza con migliaia di foglietti con annotato tutto il necessario, migliaia di pensieri, migliaia di idee vaganti per la testa, una confusione e un’euforia come non mai.
Ci troviamo con il mio socio sotto casa mia per distribuire il tutto bene nelle due macchine, e si parte.
Un saluto e un bacio alla moglie che sperava non partissi, ma il finesettimana arriverà presto e questa santa donna mi raggiungerà al lago per gli ultimi tre giorni.
In men che non si dica siamo partiti!
Io e Gianluca ci scambiamo qualche messaggio e qualche telefonata lungo il viaggio, che nonostante sia di sole circa 3 ore sembra non finire mai.
Nemmeno una pausa fino a che non intravediamo le acque blu e azzurre dell’EDEN del carpfishing!
Siamo ARRIVATI!


Finalmente si pesca:
Non sono ancora sicuro di essere in un bel sogno o di fronte alla realtà che affronterò quello che ho considerato una metà per diversi anni e il bello è che ci starò addirittura una settimana!
Allora, appena arrivati sul posto contattiamo altre due coppie di nostri amici pescatori romagnoli che erano sulle rive di Endine già da un paio di notti.
Le visite si succedono rapidamente e per ora le notizie non sono delle migliori, in quanto tutto il lago è a cappotto da circa una settimana, compresi i nostri compagni di avventura che ci hanno preceduto.
Comunque lo spirito è dei migliori e l’unica cosa a cui penso ora è calare le lenze in quell’acqua cosi cristallina e unica.
Arriviamo alla casa del pescatore, dove troviamo il proprietario e altri due tende proprio nelle nostre poste prenotate,iniziamo bene penso io e cosi ci adattiamo un po’ con gli spazi in quanto una coppia di ragazzi di Treviso avrebbe smontato l’indomani mattina, e noi avremmo potuto comunque pescare abbastanza liberamente, con la compagnia di un singolare ragazzo di Bergamo, con cui abbiamo stretto amicizia e bellissime serate tra bevute e grigliate.


Se il buon giorno si vede dal mattino…

Con la prima sera arriva subito la prima bella sorpresa, infatti visto l’affollamento delle nostre poste decido di mettere il pod un po’ lontano e visto che l’indomani avrei dovuto smontarlo non penso di ancorarlo saldamente al terreno, detto fatto, dopo circa un paio d’ore che giravamo con la nostra magnifica imbarcazione, un pedalò, però con il mio motore elettrico montato, troviamo alcuni spot dove poter calar le canne e subito ci diamo da fare, anche perché nel giro di un’oretta sarebbe arrivata la notte e montare il campo col buio non è proprio il massimo.
Ma quella che finora si era dimostrata una bella e calda giornata primaverile si tramuta in un pazzesco tramonto di vento e nuvoloni che scaricano acqua, tuoni, fulmini e quant’altro su di noi e trovando un riparo di fortuna vedo il vento spazzare il mio pod con relative canne in acqua, e cosi inauguro il primo bagno di Endine cercando di recuperare il tutto in circa un mt di acqua, rimango senza parole, e appena recupero il tutto, smette il finimondo e tornano le stelle.
Decido allora di farmi una doccia per riprendermi un po’, cenare e poi con calma dopo cena mi sarei rimesso all’opera per calare, operazione che ho terminato stremato a notte inoltrata, col pensiero fisso di buttarmi nel caldo del sacco a pelo.


 Il sole!

Vedo filtrare la luce nella mia tenda, è freddo fuori ma dentro al sacco a pelo ,bello pesante, si sta che è una favola, allora decido di starmene un altro po’ li nel mio tepore.
La giornata parte con una sole magnifico che fa capolino dalle cime vicine e una temperatura che piano piano diventa veramente gradevole.
Ecco questo è l’Endine che mi ricordavo dai miei sogni e dai migliaia di articoli e report letti in qua e in la per la rete e in giornali specializzati.
Ora è arrivato il momento di godersi il lago!
Infatti i primi giorni non facciamo altro che goderci nel vero senso della parola il lago: giri in barca scandagliando qualsiasi anfratto sia alla nostra portata, ragionamenti su come migliorare le nostre presentazioni, sulla pasturazione più propizia per spaccare le canne, come si dice in gergo!
E poi ,non da tralasciare, è sicuramente stata la pescata dove ci siamo più impegnati anche dal punto di vista culinario! Tra grigliate, spese nei negozietti locali con affettati e formaggi tipici, ottimo vino e birra!
Ma il tempo passava, forse troppo, infatti tra calate, pasturate, controlli visivi e quant’altro, l’arrivo delle nostre amiche baffute tardava ad arrivare, gli unici bip che si sentivano erano grosse, grossissime scardole, e poi le info che ci arrivavamo dalle altre coppie del lago erano tutte le stesse: il lago è fermo!
Ebbene si eravamo tutti a cappotto e io avevo anche una spiegazione abbastanza logica all’evento, in quanto l’acqua al nostro arrivo era a una temperatura ci circa 13°C, e ogni giorno della nostra permanenze si alza di quasi un grado, il sole e il caldo anomalo di quel periodo stavano scaldando troppo l’acqua, e le nostre bramate amiche pinnute si sono illuse che fosse il momento di iniziare la frega spostandosi nelle due aree estreme a nord e a sud del lago con acqua bassa.
Io immaginavo quante ne stessero cavando le due coppie che erano a nord, e invece anche i loro sensori erano muti, niente di niente, tutti eravamo a CAPPOTTO!
Non sapete quanto io abbia desiderato una bella perturbazione con giornate intere di pioggia da sfinirsi in tenda leggendo tutti i giornali possibili o scaricando le batterie del mio iphone, e invece caldo, ogni giorno era più caldo e le carpe erano sempre più isolate nelle estreme aree del lago!

L’unico che si divertiva era il nostro vicino Bergamasco, che passava giornate a spinning, pesca col vivo e quant’altro, prendendo lucci fantastici, persici reali, blackbass, lucioperca e siluri.
Almeno i suoi sensori sicuramente suonavano e qualche volta la notte mi illudevo fossero i miei, ma la centralina era li bella tranquilla che se la dormiva, va be!

Arriva il quinto giorno e mi raggiunge mia moglie ,che dopo il lungo viaggio si trova di fronte allo spettacolo che è Endine e riesce a fare innamorare anche chi non ha idea di cosa sia un hair rig!
E così tra chiacchiere, idee tentate e non, grigliate e quant’altro, trascorrono anche le ultime 24 ore di pesca in questo meraviglioso luogo, purtroppo senza vedere nemmeno un adorato ciprinide di qualsiasi dimensione!

E infine? Be non posso fare altro che innamorarmi ancora di più di questo amante difficile e avaro ma che ha saputo regalarmi momenti fantastici di pura natura, paesaggi, albe e tramonti unici che ho immortalato in tantissime foto ma che non riescono nemmeno lontanamente a raffigurare l’immensità provata in quei frangenti.
Che dire? Se non alla prossima mio caro amato Endine?!

C’est la vie… c’est la peche!!

Mattia Montanari