venerdì 18 novembre 2011

La mia stagione preferita? Parte I°


L’INVERNO!!!
So che molti non gradiscono l’inverno per la nostra pesca, vuoi per i disagi che comporta un meteo spesso avverso, temperature basse o bassissime, attività dei pesci in molti momenti quasi a zero, quindi in sintesi un periodo che si potrebbe definire veramente “sfigato” per noi carpisti, ma io non la penso cosi, o almeno non sempre, in quanto è in inverno che si riesce a fare maggiore selezione della taglia!

Fattori da tener presente d’inverno:

Uno dei primi aspetti positivi della stagione fredda sicuramente riguarda tutto ciò che ci è di disturbo nell’azione di pesca.
Con l’abbassarsi delle temperature l’attività di pesce bianco, tartarughe, pesce gatti e company rallenta sensibilmente fino a quasi fermarsi completamente con i rigidi freddi di gennaio e febbraio, questo ci permette di essere in pesca perfettamente solo in questa stagione negli ambienti ricchi di fattori di disturbo, a differenza del resto dell’anno.
Come il pesce di disturbo, anche la popolazione di carpe più piccole col freddo intenso calerà molto la loro attività, e saranno proprio queste carpette ad essere le prime a bloccarsi con l’abbassamento di temperatura, mentre gli esemplari di taglia continueranno ancora per un po di tempo a cercare cibo tranquillamente senza essere disturbate dai branchi di piccole ormai in stadio letargico, per questo sarà più semplice intercettare gli esemplari di taglia.

Dopo sta a noi identificare le condizioni meteo ideali per poter insidiare le nostre amiche baffute in un determinato spot.

Un buon riferimento per la pesca invernale è la rilevazione della temperatura dell’acqua, che ci sarà di aiuto nella ricerca di spot dove anche in pieno inverno l’acqua non raggiunge mai la soglia dei 4°C, soglia sotto la quale spesso diventa davvero dura catturare, ma non impossibile.

Tutti i riferimenti che do sono relativi al tipo di pescate che faccio praticamente tutto l’anno, ovvero pescate veloci, senza pasturazione preventiva, da un minimo di 5/6 ore a 24 ore, e quindi alla mia esperienza in pesca.

Chiaramente la possibilità di pasturare uno spot ci da la possibilità di avere catture regolarmente per quasi tutto l’arco invernale.

Un altro aspetto molto importante è saper cogliere i cambiamenti climatici nel periodo invernale, infatti abbassamenti della pressione atmosferica, accompagnati da precipitazioni saranno di ottimo aiuto a sbloccare l’attività dei pesci, mentre periodi di freddo intenso, con alta pressione e magari venti provenienti da Nord – Est non faranno altro che peggiorare lo stato dei nostri specchi d’acqua.


Cosa attacchiamo all’Hair Rig??

Da non trascurare d’inverno sarà l’esca che proponiamo alle nostre amiche, e chiaramente la presentazione, infatti dovremmo partire dal presupposto che le carpe col freddo, visto il loro metabolismo a sangue freddo , faranno i minimi spostamenti possibili per la ricerca del cibo, di conseguenza sarà indispensabile identificare i punti dove possiamo trovare le carpe, cosi da proporgli la nostra presentazione proprio sotto il naso.

Per questo dovremmo tener presente le aree di alimentazioni già identificate durante gli altri periodi dell’anno, oppure con l’uso dell’eco o del plumbing identificare buche dove i pesci stazioneranno con i freddi più rigidi, oppure dei plateau dove ,una giornata di sole, scalderà maggiormente l’acqua che altrove, o ancora si potranno cercare le carpe nei pressi di ostacoli in acqua come alberi sommersi, che garantiscono presenza di cibo e maggior accumulo di calore con le giornate soleggiate.
Le prime ore dopo il tramonto saranno sicuramente le più interessanti, nei pressi di zone dove il soleggiamento giornaliero ha permesso agli strati d’acqua superficiali di scaldarsi, e quindi lo scambio termico che avviene nelle prime ore notturne favorisce il movimento dei pesci  alla ricerca di zone dove una piccola differenza di temperatura garantisce la presenza di molluschi e altri invertebrati, cibo delle nostre amate prede.

Tornando al discorso esche, è indispensabile utilizzare palline digeribili e semplici, non voglio dire che i birdfood sono meglio dei fishmeal o dei birdfish, io personalmente d’inverno per ora ho testato con buoni risultati un birdfish speziato con dentro predigeriti e idrolizzati, ma sto continuando a testare sia i birdfood che i fishmeal, la cosa più importante che voglio ripetere è la digeribilità dell’esca, e sicuramente la quantità di pastura in acqua, che potrebbe rischiare di saziare il pesce con un paio di palline e il nostro innesco potrebbe essere vano.

Quindi d’inverno stiamo molto bassi con la pasturazione, via all’utilizzo di retine, sacchetti e stringer di pva, chiaramente di ottima qualità per non incorrere a un mal scioglimento dello stesso, dove all’interno andremo a mettere qualche pallina rotta e un po’ di pellet.

Per quanto riguarda il pellet voglio spendere due parole per soffermarmi su queste esche che considero molto utili d’inverno, personalmente utilizzo diametri molto piccoli non oltre i 6mm, in quanto lo scioglimento si riduce con l’abbassarsi della temperatura, e quindi l’effetto di una nube olfattiva senza saziare le carpe si otterrà solo con diametri piccoli, inoltre molti dei pellet in commercio hanno altissime percentuali di oli e grassi, che con le temperature rigide non faranno altro che addensarsi ed essere meno adescanti, quindi consiglio tutti di reperire quelli utilizzati in acquacoltura per l’allevamento dei pesci, che sono appetibili, abbastanza solubili e bilanciati nei nutrienti, e fattore molto interessante, in grandi formati sono abbastanza economici.

Per finire il discorso esche, nelle nostre palline utilizzeremo aromi e attrattori in dose leggermente superiore agli altri periodi dell’anno per aiutare le carpe ad identificare le nostre palline, chiaramente senza esagerare.
Chiedo scusa se non tratto il discorso ready made in quanto la mia esperienza con le ready è veramente pessima, e finisce in un paio di pescate all’inizio della mia vita da carpista, per cui tutti i riferimenti che faccio sono relativi alle esche self.

Alla prossima con l’attrezzatura, i luoghi più adatti e la conclusione!

Mattia Montanari

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